Pac, ovvero politica agricola comune.
Si tratta di una delle politiche comunitarie di rilevanza maggiore perché impiega una buona fetta del bilancio dell’Unione Europea e rappresenta l’insieme delle regole che l’Unione europea stessa, fin dalla sua nascita, ha inteso darsi riconoscendo la centralità del comparto agricolo per uno sviluppo equo e stabile dei Paesi membri.
Sin dal suo esordio si è posta come obiettivo:
– Incrementare la produttività;
– Assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola;
– Stabilizzare i mercati;
– Garantire sicurezza degli approvvigionamenti;
– Assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori.
Vi è da dire, infatti, che dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’agricoltura subì un duro colpo: sempre meno erano gli agricoltori e le persone che vivevano in campagna, maggiormente attirate dalla vita in città e ad altri settori lavorativi come l’industria ad esempio.
Se si osservano i dati a disposizione il fenomeno appare evidente: negli anni 70 l’occupazione agricola scese al 17% a fronte di un’ascesa inarrestabile dell’occupazione nel settore dell’industria e dei servizi.
La PAC fu la risposta che le organizzazioni europee diedero a sostegno dell’agricoltura.
Dobbiamo dire, però, che l’intervento comunitario non ebbe solo effetti positivi.
Ad esempio impedire che i prezzi non potessero scendere ebbe effetti avversi: ciò, infatti, spinse gli agricoltori ad aumentare le loro produzioni e si creò la paradossale condizione in cui la produzione fosse superiore alla reale domanda con tutte le conseguenze del caso (vi ricordate le quote latte?).
Parliamo ora di come è strutturata per capirne la reale importanza.
La pac è finanziata tramite due fondi nell’ambito del bilancio UE:
1) il fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) che fornisce sostegno diretto e finanza misure di sostegno del mercato;
2) Il fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) che finanza lo sviluppo rurale.
I pagamenti sono gestiti a livello nazionale da ciascun paese dell’Unione europea, che pubblica informazioni sui destinatari dei pagamenti della PAC, conformemente alle norme dell’UE in materia di trasparenza.
Ogni Stato Membro, quindi, alimenta indirettamente la politica agricola comune: l’Italia, ad esempio, è tenuta a versare all’Unione Europea una somma proporzionata secondo diversi criteri, che finirà nelle casse dell’Unione la quale poi destinerà alla politica agricola una parte di tali entrate.
Ogni Paese Membro, quindi, finanzia la PAC.
La base normativa è stabilita dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
I seguenti quattro Regolamenti fissano i diversi elementi delle attività della PAC:
1) norme per i pagamenti diretti agli agricoltori (regolamento (UE) n. 1307/2013);
2) un’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (regolamento (CE) n. 1308/2013);
3) sostegno allo sviluppo rurale (regolamento (UE) n. 1305/2013);
4) finanziamento, gestione e monitoraggio della politica agricola comune (regolamento (CE) n. 1306/2013).
Vi invito a visitare i siti istituzionali dell’Unione Europea: lì troverete tutte le informazioni relative alla gestione delle somme che vengono destinate alla politica agricola comune.
Spero che questo breve approfondimento vi sia stato utile. Alla prossima!
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